
L'operazione "spiagge sicure" che il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intende attuare non è partita certo sotto una buona luce, perché se vuol parlare di lotta alla contraffazione non può certo usare espressioni razziste finite ormai, meno male, in disuso. E così sulle sue dichiarazioni: “Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu cumprà. Dobbiamo radere al suolo la contraffazione”, è scoppiata la polemica dalla carta stampata ai social netwotk.
Gaffe o non gaffe, il ministro illustrando l'operazione, che "parte con le spiagge e proseguirà per tutto l’anno a tutela del made in Italy e, il 15 ottobre, ci sarà una prima verifica”, lo ha fatto usando i termini più sbagliati. Giustamente tra i primi ad attaccare è stata l’Associazione Carta di Roma che ha commentato: "O Alfano non sa che ‘vu cumprà ‘ è persino in disuso negli ambienti xenofobi o l’ha deliberatamente usato per altre ragioni".
E ancora, Dario Ginefra, del Pd: "Tolleranza zero per le espressioni a sfondi razzista prima che per le vendite in spiaggia”. Netto il commento del presidente della Commissione diritti umani, Luigi Manconi: “Che il ministro usi un linguaggio più responsabile. Sono deluso e sorpreso dalle parole di Alfano, che ha usato epiteti ormai tramontati”. Stessom discorso per il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro: “Con fatica siamo riusciti a modificare il linguaggio e la percezione degli italiani sui lavoratori stranieri e non credo sia il caso di recedere”. Ma i commenti non finiscono qui...

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